lunedì 21 luglio 2014
mercoledì 7 maggio 2014
"Sign. Provenzano buongiorno,
Allora eccoci qui, le ho inviato un paio di elaborati.
La Tavola n.1 illustra la zona prescelta per la progettazione ( cioè il sotto viadotto di corso Francia, Roma) e le successive 3 tavole contengono i primi passi verso la stessa progettazone....
Come già le ho accennato il progetto è stato da me intitolato N.A.H.T ovvero "New Arts High Tec".
Coinsiste in una nuova concezione di Accademia d'Arte, dove le 7 arti classiche appunto ( architettura, cinema,poesia, musica, cinema ,pittura, scultura) si mescolano all' High Tec., dando vita ad arti a loro volta innovative.
Nel progetto sono previsti:
-N.7 edifici principali (ognuno ospiterà una delle 7 arti)
- Locali commerciali (dedicati alle diverse discipline)
- Spazi ricreativi
_ Un Auditorium
- Una serie di edifici residenziali destinati ad ospitare allievi, docenti ed eventuali special guess del N.A.H.T.
Il tutto avrà il compito di ricreare un vero e proprio concetto di Mixitè all'interno del progetto stesso.
Secondo lei ci sono altre attività che meritano di essere aggiunte a quelle sopra elencate o che reputa addirittura immancabili?
Dopo di chè cerchiamo di entrare un po più nello specifico..
Nella Tavola n.2 troverà uno schema generale della disposizione dei 7 edifici principali (ancora ipotizzata si intende! dato che sono soltanto le prime ipotesi progettuali!).
L'effetto voluto è quello dell'alternanza dei volumi, che sovrapposti, aggettanti e ruotati tra loro, danno vita alla planimetria generale.
Questa fondamentalmente è costituita da due uniche tipologie che si alternano: la TIPOLOGIA A e la TIPOLOGIA B che troverà poi approfondite nelle tavole seguenti.
E' sempre nella Tavola n.2 che noterà delle viste tridimensionali di studio e alcuni riferimenti, ovvero Architetture gia realizzate a cui vorrei ispirarmi per forme e materiali.
Nelle Tavole n.3 e n.4 troverà il dettaglio delle piante delle due diverse tipologie e le griglie modulari attraverso le quali, passo passo, ho ricavato la forma finale degli edifici. Anche qui troverà delle viste tridimensionali da me elaborate per poter meglio ipotizzare l'effetto finale.
Le sembrerà chiaro che ci troviamo ancora in una situazione iniziale di progettazione, dove per ora mi sono soffermata solamente sui 7 edifici principali. Seguirà poi la progettazione degli altri elementi, quali i locali commerciali, l'Auditorium, i percorsi che legheranno il tutto e cosi via...
Aspetto i suoi consigli e i suoi pareri su questi primi "schzzi"...
Cosa ne pensa del contesto in cui si innesta il progetto?
Pensa che il N.A.H.T. sia concettualmente interessante ed indicato per essere collocato in quella zona particolare?
Pensa che possa essere interessante il connubio tra arti classiche e High tec.?
Le allego alcuni link che la riporteranno ad alcuni video che descrivono in breve cosa potrebbe essere,secondo me, il frutto di questa unione: poesia, musica e pittura che si mescolano nella "sand art" (https://www.youtube.com/watch?v=dEgSoTCgvgA&feature=player_embedded&hd=1 ), o ancora Architettura,pittura e luci che danno vita al 3D video mapping (https://www.youtube.com/watch?v=3fLJvlkTIuo&hd=1 ) o semplicemente danza musica ed high tec. (https://www.youtube.com/watch?v=Fc83SMKGjPY&list=PL419A907198E7DBA9&hd=1).
Aspettando una sua risposta la ringrazio ancora per l'interesse e la disponibilità,
Cordiali Saluti
Vanessa Monetti"
Risposta del Sign. Provenzano:
"E' sicuramente molto interessante il tuo progetto che riunisce le varie arti così da facilitare lo scambio delle esperienze Mi ricorda, anche se con le dovute differenze la Bauhaus o la biomeccanica di Mejerchol'd Si erano proiettati con la loro ricerca nel futuro. Del resto ci sono già spettacoli teatrali o di teatro danza dove le scenografie sono proiezioni su grandi schermi bianchi. Adesso devo lasciarti sono sotto spettacoli di fine anno. Ci risentiremo Ciao"
Allora eccoci qui, le ho inviato un paio di elaborati.
La Tavola n.1 illustra la zona prescelta per la progettazione ( cioè il sotto viadotto di corso Francia, Roma) e le successive 3 tavole contengono i primi passi verso la stessa progettazone....
Come già le ho accennato il progetto è stato da me intitolato N.A.H.T ovvero "New Arts High Tec".
Coinsiste in una nuova concezione di Accademia d'Arte, dove le 7 arti classiche appunto ( architettura, cinema,poesia, musica, cinema ,pittura, scultura) si mescolano all' High Tec., dando vita ad arti a loro volta innovative.
Nel progetto sono previsti:
-N.7 edifici principali (ognuno ospiterà una delle 7 arti)
- Locali commerciali (dedicati alle diverse discipline)
- Spazi ricreativi
_ Un Auditorium
- Una serie di edifici residenziali destinati ad ospitare allievi, docenti ed eventuali special guess del N.A.H.T.
Il tutto avrà il compito di ricreare un vero e proprio concetto di Mixitè all'interno del progetto stesso.
Secondo lei ci sono altre attività che meritano di essere aggiunte a quelle sopra elencate o che reputa addirittura immancabili?
Dopo di chè cerchiamo di entrare un po più nello specifico..
Nella Tavola n.2 troverà uno schema generale della disposizione dei 7 edifici principali (ancora ipotizzata si intende! dato che sono soltanto le prime ipotesi progettuali!).
L'effetto voluto è quello dell'alternanza dei volumi, che sovrapposti, aggettanti e ruotati tra loro, danno vita alla planimetria generale.
Questa fondamentalmente è costituita da due uniche tipologie che si alternano: la TIPOLOGIA A e la TIPOLOGIA B che troverà poi approfondite nelle tavole seguenti.
E' sempre nella Tavola n.2 che noterà delle viste tridimensionali di studio e alcuni riferimenti, ovvero Architetture gia realizzate a cui vorrei ispirarmi per forme e materiali.
Nelle Tavole n.3 e n.4 troverà il dettaglio delle piante delle due diverse tipologie e le griglie modulari attraverso le quali, passo passo, ho ricavato la forma finale degli edifici. Anche qui troverà delle viste tridimensionali da me elaborate per poter meglio ipotizzare l'effetto finale.
Le sembrerà chiaro che ci troviamo ancora in una situazione iniziale di progettazione, dove per ora mi sono soffermata solamente sui 7 edifici principali. Seguirà poi la progettazione degli altri elementi, quali i locali commerciali, l'Auditorium, i percorsi che legheranno il tutto e cosi via...
Aspetto i suoi consigli e i suoi pareri su questi primi "schzzi"...
Cosa ne pensa del contesto in cui si innesta il progetto?
Pensa che il N.A.H.T. sia concettualmente interessante ed indicato per essere collocato in quella zona particolare?
Pensa che possa essere interessante il connubio tra arti classiche e High tec.?
Le allego alcuni link che la riporteranno ad alcuni video che descrivono in breve cosa potrebbe essere,secondo me, il frutto di questa unione: poesia, musica e pittura che si mescolano nella "sand art" (https://www.youtube.com/watch?v=dEgSoTCgvgA&feature=player_embedded&hd=1 ), o ancora Architettura,pittura e luci che danno vita al 3D video mapping (https://www.youtube.com/watch?v=3fLJvlkTIuo&hd=1 ) o semplicemente danza musica ed high tec. (https://www.youtube.com/watch?v=Fc83SMKGjPY&list=PL419A907198E7DBA9&hd=1).
Aspettando una sua risposta la ringrazio ancora per l'interesse e la disponibilità,
Cordiali Saluti
Vanessa Monetti"
Risposta del Sign. Provenzano:
"E' sicuramente molto interessante il tuo progetto che riunisce le varie arti così da facilitare lo scambio delle esperienze Mi ricorda, anche se con le dovute differenze la Bauhaus o la biomeccanica di Mejerchol'd Si erano proiettati con la loro ricerca nel futuro. Del resto ci sono già spettacoli teatrali o di teatro danza dove le scenografie sono proiezioni su grandi schermi bianchi. Adesso devo lasciarti sono sotto spettacoli di fine anno. Ci risentiremo Ciao"
sabato 3 maggio 2014
Dopo una lunga ricerca sono arrivata alla selezione di due potenziali personaggi del mondo dello spettacolo, ipotetici clienti virtuali e testimonial per il N.A.H.T. .
L'attore e regista teatrale Enzo Provenzano http://www.enzoprovenzano.it/home.html#
L'attore e regista teatrale Clemente Pernarella http://clementepernarella.blogspot.it/
"Buongiorno,
Mi presento, sono Vanessa Monetti, studentessa di Architettura presso la Sapienza Università di Roma. Sono iscritta al quarto anno, del ciclo quinquennale UE ed in questo semestre sto frequentando il Corso di Progettazione Architettonica IV diretto dal Prof. Antonino Saggio. (Ulteriori info potrà trovarle presso il seguente link http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/). Immagino che si starà chiedendo come tutto ciò potrà interessarla... glielo spiego subito. Obiettivo del corso è la progettazione di un Architettura a nostra totale e libera scelta, all'interno di uno dei vuoti urbani che lo stesso professore ha selezionato per noi all'interno del Comune di Roma. Una volta scelto il suddetto "Urban Voids" e individuata l'idea principale di progetto è nostro compito procacciarci un cliente "virtuale". Una specie di committente, che può seguirci passo passo ed esprimere il proprio parere ed i propri consigli sul progetto che avanzerà piano piano, fino ad essere pronto poi per il giorno dell'esame finale. Detto ciò, perchè io ho pensato a lei?... Innanzi tutto l'area da me scelta per il progetto è il sotto - viadotto di Corso Francia. Un vero e proprio vuoto urbano, collocato in una zona con altissimo potenziale, dato il vicinissimo Auditorium "Parco della Musica " ideato da Renzo Piano, e lo storico Palazzetto dello Sport di Nervi. Il progetto che io vorrei inserirvi è stato da me intitolato "N.A.T.H" ovvero New Arts High Tec. Coinsiste iu una nuova concezione di Accademia d'Arte, ovvero li vi saranno concentrate le 7 arti (Musica, Cinema, Danza, Pittura, Scultura, Architettura e Poesia) rivisitate però in chiave totalmente moderna, perchè affiancate alle tecnologie High Tec. Ecco che il risultato non sarà più, ad esempio, un semplice spettacolo di danza, ma qualcosa di più suggestivo, in cui oggetto proncipale non sarà più il corpo del ballerino ma anche le luci e gli effetti speciali che insieme a lui diverranno protagonisti... Stessa cosa accadrà ad esempio alla poesia alla pittura e alla musica, che si fonderanno, dando vita alla "Send Art"... Questa è la mia idea di progetto, davvero in breve, e in tutto ciò ho pensato di rivolgermi a lei in quanto sono a conoscenza della sua carriera crescente che va dall'essere stato attore per poi diventare regista, e penso che sia la persona giusta per potermi guidare in questa piccola avventura. Ci tengo a precisare che il tutto avverrà per via informatica, quindi tramite email, qualora non sia possibile incontrarci. Le mostrerò passo passo il mio lavoro, chiedendole dei consigli in piccole "interviste" che poi pubblicherò sul mio blog, affinchè il professore possa monitorare l'avanzamento del lavoro. Naturalmente verrà poi invitato ad assistere all'esame finale, senza obbligo di impegno chiaramente, il giorno 22 luglio 2014. In conclusione, spero di essere stata il più chiara possibile ed aver suscitato in lei un pò di curiosità, le ripeto non si tratterà di un impegno che le porterà via molto tempo, dato che la disturberò solamente alcune volte via mail. Le allego l'indirizzo del mio blog http://vanessamonettilabivsaggio.blogspot.it/ , dove per il momento troverà soltanto i primi passi, ma a breve pubblicherò le tavole con i primi "schizzi progettuali". Sono a sua completa disposizione per eventuali domande, e per il momento la ringrazio per l'attenzione. Aspettando una sua risposta le auguro una buona giornata e un buon lavoro,
Cordiali Saluti,
Vanessa Monetti"
Entrambi mi hanno risposto cortesemente, disposti a dedicarmi la loro esperienza.
Ora non resta che spettare i loro pareri sui primi elaborati inviati.
L'attore e regista teatrale Enzo Provenzano http://www.enzoprovenzano.it/home.html#
L'attore e regista teatrale Clemente Pernarella http://clementepernarella.blogspot.it/
"Buongiorno,
Mi presento, sono Vanessa Monetti, studentessa di Architettura presso la Sapienza Università di Roma. Sono iscritta al quarto anno, del ciclo quinquennale UE ed in questo semestre sto frequentando il Corso di Progettazione Architettonica IV diretto dal Prof. Antonino Saggio. (Ulteriori info potrà trovarle presso il seguente link http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/). Immagino che si starà chiedendo come tutto ciò potrà interessarla... glielo spiego subito. Obiettivo del corso è la progettazione di un Architettura a nostra totale e libera scelta, all'interno di uno dei vuoti urbani che lo stesso professore ha selezionato per noi all'interno del Comune di Roma. Una volta scelto il suddetto "Urban Voids" e individuata l'idea principale di progetto è nostro compito procacciarci un cliente "virtuale". Una specie di committente, che può seguirci passo passo ed esprimere il proprio parere ed i propri consigli sul progetto che avanzerà piano piano, fino ad essere pronto poi per il giorno dell'esame finale. Detto ciò, perchè io ho pensato a lei?... Innanzi tutto l'area da me scelta per il progetto è il sotto - viadotto di Corso Francia. Un vero e proprio vuoto urbano, collocato in una zona con altissimo potenziale, dato il vicinissimo Auditorium "Parco della Musica " ideato da Renzo Piano, e lo storico Palazzetto dello Sport di Nervi. Il progetto che io vorrei inserirvi è stato da me intitolato "N.A.T.H" ovvero New Arts High Tec. Coinsiste iu una nuova concezione di Accademia d'Arte, ovvero li vi saranno concentrate le 7 arti (Musica, Cinema, Danza, Pittura, Scultura, Architettura e Poesia) rivisitate però in chiave totalmente moderna, perchè affiancate alle tecnologie High Tec. Ecco che il risultato non sarà più, ad esempio, un semplice spettacolo di danza, ma qualcosa di più suggestivo, in cui oggetto proncipale non sarà più il corpo del ballerino ma anche le luci e gli effetti speciali che insieme a lui diverranno protagonisti... Stessa cosa accadrà ad esempio alla poesia alla pittura e alla musica, che si fonderanno, dando vita alla "Send Art"... Questa è la mia idea di progetto, davvero in breve, e in tutto ciò ho pensato di rivolgermi a lei in quanto sono a conoscenza della sua carriera crescente che va dall'essere stato attore per poi diventare regista, e penso che sia la persona giusta per potermi guidare in questa piccola avventura. Ci tengo a precisare che il tutto avverrà per via informatica, quindi tramite email, qualora non sia possibile incontrarci. Le mostrerò passo passo il mio lavoro, chiedendole dei consigli in piccole "interviste" che poi pubblicherò sul mio blog, affinchè il professore possa monitorare l'avanzamento del lavoro. Naturalmente verrà poi invitato ad assistere all'esame finale, senza obbligo di impegno chiaramente, il giorno 22 luglio 2014. In conclusione, spero di essere stata il più chiara possibile ed aver suscitato in lei un pò di curiosità, le ripeto non si tratterà di un impegno che le porterà via molto tempo, dato che la disturberò solamente alcune volte via mail. Le allego l'indirizzo del mio blog http://vanessamonettilabivsaggio.blogspot.it/ , dove per il momento troverà soltanto i primi passi, ma a breve pubblicherò le tavole con i primi "schizzi progettuali". Sono a sua completa disposizione per eventuali domande, e per il momento la ringrazio per l'attenzione. Aspettando una sua risposta le auguro una buona giornata e un buon lavoro,
Cordiali Saluti,
Vanessa Monetti"
Entrambi mi hanno risposto cortesemente, disposti a dedicarmi la loro esperienza.
Ora non resta che spettare i loro pareri sui primi elaborati inviati.
domenica 6 aprile 2014
Creare la Scacchiera
Prima di
introdurre l'opera scelta, che sarà oggetto della creazione della
Scacchiera, sarà bene introdurre il contesto storico ed il panorama
architettonico, in cui Mies van der Rohe, padre dell'opera, si
inserisce...
Ottocento; secolo di grandi
sconvolgimenti in tutti gli aspetti della società: l'avvento della
“Rivoluzione industriale”.
Per la prima volta la forza lavoro
poteva essere prodotta artificialmente, ma questa strabiliante
scoperta portò con se anche una serie di conseguenze enormi.
Si verifico uno smisurato fenomeno di
migrazione dalle campagne alle città, da parte di cittadini
speranzosi di trovare un impiego all'interno delle industrie. Stessi
lavoratori che mano mano iniziarono a prendere coscienza dei propri
diritti e a lottare per questi. Dall'altra parte invece si trovavano
fenomeni ancor più esasperanti come lo sfruttamento minorile o la
“questione delle abitazioni” che versavano in condizioni a dir
poco subumane, a causa dell'inurbamento affrettato ed arrangiato.
Se ciò era quello che accadeva in
ambito sociale, nel campo delle costruzioni si respirava un aria
totalmente diversa.
Ci si trovava in un momento cardine, in
cui nacquero nuove figure professionali che con l'aiuto
dell'ingegneria avevano come solo obiettivo quello di creare nuovi
ponti, nuove fabbriche, nuovi edifici, insomma avevano la necessità
di legarsi e affiancare l'industria.
Fu infatti questa l'epoca delle grandi
prime costruzioni in acciaio, come la Torre Eiffel.
Ma questa frenetica concezione di
industrializzazione non si limitò a prendere piede solo in campi di
vasta scala, come appena visto, ma iniziò a dilagare anche
nell'ambito della produzione di oggetti, ovvero in quello che noi
oggi chiameremmo design.
Nacque infatti, proprio in questo
periodo, una nuova grammatica stilistica, denominata “Arts and
crafts”. Questo movimento che ebbe come massimo esponente William
Morris, prese piede in numerose nazioni, divenendo il “cavallo di
battaglia” per numerosi Architetti di fama mondiale, tra cui Antoni
Gaudì in Spagna, Ernesto Basile e Raimondo D'Aronco nella nostra
Italia, Otto Wagner e Joseph Hoffman in Austria, Auguste Perret e
Tony Garnier in Francia o Louis Sallivan e Frank Lloyd Wright in
America.
Questa nascita avvenne perchè
effettivamente in quel periodo l'unica variabile che possedeva la
figura dell'Architetto era proprio quella dello Stile.
E fu proprio la volontà di creare uno
stile proprio, ottocentesco, che diede vita a numerosi altri
movimenti, tra cui “Art Nouveau” in Francia, il “Liberty” in
Italia, la “Secessione” in Austria o il “Jungendstil” in
Germania.
Ma il vero e proprio volto di una nuova
Architettura, iniziò a delinearsi solo più avanti, nel Novecento,
con la nascita del “maestro bianco”... ovvero la “Bauhaus”.
Era il 1919 quando Walter Gropius
progettò una semplice scuola di arti e mestieri, la “casa del
costruire”, in cui confluirono i grandi talenti dell'epoca,
provenienti da tutta Europa.
Scopo della Bauhaus non fu solo
divenire il centro propulsore di una nuova estetica industriale, ma
di entrare nello specifico dello studio dei prodotti utilizzati per
la realizzazione degli edifici industriali. Si puntava infatti a
capire le regole di nuovi materiali, studiati in appositi Laboratori.
Le circostanze però cambiarono di
nuovo quando la suddetta Bauhaus si spostò da Weimar a Dessau e qui
di nuovo Gropius fu incaricato, nel 1925, di progettare quella che
sarebbe stata destinata a diventare il simbolo della nuova
Architettura.
Il Bauhaus si presentava come un grande
edificio bianco, con grandi vetrate e corpi di altezze differenti tra
loro. Ma la grande novità stava nel fatto che Gropius riuscì con
abilità ad infrangere tutti quelli che erano i canoni
architettonici, ottocenteschi, fino ad allora perseguiti:
- il progetto non partì da una forma stabilita a priori, ma bensì dalle necessità specifiche dei singoli ambienti;
- il nuovo edificio si presentava completamente indipendente dalla strada carrabile, che non delineava più i classici confini, ma anzi, ne diventava parte integrante in alcuni punti. Infatti la strada passava “sotto” il corpo uffici;
- la struttura era costituita da quelli che rappresentavano i “nuovi materiali” tra cui il calcestruzzo ed il metallo che inoltre permisero di sperimentare il sistema costruttivo discontinuo basato su punti;
- eliminazione della prospettiva e dei singoli punti di vista attraverso la trasparenza. In questo modo venne abolita anche la netta separazione che fino ad allora c'era tra esterno ed interno.
Siamo dunque giunti al Novecento,
anch'esso secolo di profonde trasformazioni.
I più grandi mutamenti furono
sicuramente quelli portati di movimenti artistici innovativi:
Neoplasticismo, Espressionismo e Costruttivismo.
Tutti e tre questi movimenti trovarono
il loro momento di massima espressione nei primi anni venti del
Novecento, insieme ad altri quali l'Impressionismo, il Simbolismo il
Cubismo ecc...che però si concentravano per lo più sulla pittura,
la letteratura e tutte le altre arti.
La nascita del Neoplasticismo coincide
con la nascita della rivista “De Stijl” (1917-1928).
Tra i tre fu sicuramente il movimento
più compatto, capitanato da Theo van Doesburg e Piet Mondrian.
L'obiettivo era quello di “rompere” la scatola volumetrica (
proprio come aveva già tentato di fare Wright nella sua “Prairie
Hause”).
Si puntava quindi alla progettazione di
un involucro non più chiuso ma creato da un insieme di piani
ortogonali. Fondamentale era l'uso dell'angolo retto e dei colori
vivi (rosso, giallo, blu, nero e bianco) stessi elementi presenti nei
quadri di Mondrian.
Fu in questi spazi che trovarono una
nuova collocazione pannelli su pareti e soffitti, pavimenti lucidi e
nuovi elementi di arredo e illuminazione: Architettura, pittura,
scultura, arredo, decorazione e grafica si fondono. Simboli di questa
corrente furono: l'intervento di ampliamento della Casa Schroder,
condotto da Rietveld e la creazione della facciata del Cafè De Unie
da parte di Oud.
Il Neoplasticismo, nato in Olanda, non
potè che scontrarsi con l'Espressionismo, nato contemporaneamente in
Germania.
Quest'ultimo partiva però con dei
presupposti completamente diversi, perchè diverse erano le
condizioni sociali in cui si trovava la nazione. Qui era forte il
desiderio di raccordo con la società, seguendo quelle che erano le
idee socialiste e comuniste.
In quest'epoca Architetti come Bruno e
Max Taut, critici e letterati si unirono in una solidale catena,
manifestando il bisogno di un riscatto sociale e politico, attraverso
architetture che apparivano dilaniate. Si studiarono nuove forme
geometriche, derivate dai minerali e dai cristalli o al contrario
nuove forme avvolgenti e sinuose.
Numerosi furono gli Architetti che
parteciparono attivamente a questo movimento, tra cui Hugo Haring o
Hans Scharoun. Ma tra tutti, colui che progetto l'Architettura
simbolo dell'Espressionismo fu Erich Mendelsohn : Torre Einstein.
Magmatica e fortissima opera creata nel
1924 a Potsdam, in onore del grande fisico di origine ebree proprio
come l'Architetto. Un edificio che si impenna in una sua parte, per
catturare i raggi luminosi, mentre si sdraia dall'altra parte che
ospita le macchine spettrografiche per l'analisi della luce.
Infine troviamo il Costruttivismo, che
sembra essere il risultato dei due precedenti movimenti.
Per prima cosa quest'ultimo nacque in
Russia, contemporaneamente ad un volume del 1922 di Alexei Gan. Se da
una parte, il Costruttivismo sostiene le regole del Neoplasticismo e
la sua volontà di creare una propria sintassi, dall'altra attua uno
spirito rivoluzionario, pari a quello Espressionista.
Gli Architetti costruttivisti cercarono
di trovare i “perchè” e i “come” della loro epoca.
La Russia di quei tempi necessitava di
un nuovo linguaggio, che naturalmente non poteva che essere
macchinista, proprio come macchinista, industriale ed operaio era il
suo cittadino. Il pensiero che sostenevano i costruttivisti etra
quello della disaggregazione. Il loro processo progettuale era
distinto in due fasi.
La prima consisteva in una fase
analitica, in cui venivano studiate le nuove caratteristiche formali
dell'Architettura, come la trasparenza, la superficie e le insegne.
La seconda fase invece consisteva in un processo di assemblaggio,
guidato da diverse tecniche: penetrazione, abbraccio, accoppiamento,
cumulo, montaggio, aggregazione. I risultati furono sempre
Architetture stridenti, violente e rumorose, che tendevano
effettivamente a sembrare grandi macchine perfino semoventi, come nel
caso di Torre Tatlin, di Vladimir Tatlin, realizzata per la Terza
Internazionale. Questa era una spiraliforme torre d'acciaio che
conteneva dei corpi vetrati semoventi.
In questi anni di intensa innovazione e
cambiamento si esisteva solo se si era in grado di aderire con forza
ad un sistema ideologicamente definito, divenendone portavoce...
proprio come fece Mies van der Rohe.
Più che agli aspetti plastici , lui
era interessato alla trasparenza e alle forme cristalliformi.
Fu proprio seguendo queste linee guida
che progetto vari grattacieli tra cui il primo, di vetro e pianta
poligonale,1919 destinato ad un lotto triangolare di Berlino; e un
secondo grattacielo di vetro a superfici convesse, 1921.
Progetti molto importanti che
rappresentano la volontà, presente nell'Architetto, di sondare nuove
proposte costruttive, come l'arretramento della struttura portante
dal filo esterno.
Ma non solo, infatti in quello che fu
il suo progetto cardine, ovvero la Villa in mattoni del 1923, rivelò
l'interesse per lo spazio totale.
Dimostrò così un nuovo e forte
interesse per l'orizontalità e l'estendersi verso l'infinito
dell'Architettura. Fu proprio lavorando su questi due aspetti che
riusci a compiere un passo avanti:
affiancando lo stile pittorico di
Mondrian alla grammatica scompositiva neoplastica, creò Casa
Rietveld. Il simbolo dello spazio totale.
È in quest'opera che Mies riesce con
successo a mescolare le tre concezioni fondamentali di tre
Architetti, anch'essi luminari:
- Walter Gropius, trasparenti e astratti i volumi, raramente scatolari si espandono attraverso un movimento meccanico;
- Le Corbusier, i volumi puri sotto la luce vengono adagiati come su un vassoio, ovvero uno spazio continuo e indefinito. Lo spazio è il fluido magico, un polmone di aria, di luce e di verde.
- Mendelshon, lo spazio è cosmico,pieno di eventi e curvato dall'Architettura.
Il risultato? Una dualità forte tra
Architettura e ambiente, tra esterno ed interno, tra edificio e
città.
Mies parte da un idea di spazio totale,
analogamente scoperto o coperto, con la presenza di setti che
articolano porzioni sempre connesse. Non ha importanza cosa è fuori
e cosa è dentro, se lo spazio è totale allora lo sarà anche il
progettare. Non cambia il “come” ma il “cosa”, ovvero i
materiali utilizzati: da quelli duraturi e solidi della costruzione a
quelli più leggeri e trasparenti. Simbolo di questa teoria di
totalità è certamente il Padiglione tedesco a Barcellona, 1929.
Mies nel 1933 fù obbligato a chiudere
il Bauhaus di cui era divenuto direttore, per poi lasciare la
Germania e diventare il progettista dell' ILLINOIS INSTITUTE OF
TECHNOLOGY di Chicago.
...Ed è proprio
questo il progetto scelto per la creazione della mia Scacchiera.
Fu in questo progetto che si notò un
leggero arretramento rispetto a quella che fu tutta la sua retorica.
Infatti si limitò ( forse a causa degli scarsi fondi o dalla
rigidità del clima dell'Illinois) a creare una rete con un modulo
costruttivo da 7,20m, in cui inserire una serie di scatole
volumetriche. Queste scatole appaiono quasi mute, senza sistemi di
connessione, ma con interessanti dettagli quali gli elementi
metallici, le superfici vetrate e dei pannelli ora vetrati ed ora in
mattoni. L’attenzione riservata fin dalla prima fase di
progettazione da Mies van der Rohe per i particolari costruttivi
degli edifici del campus universitario dell’Illinois Institute of
Technology configura lo studio del dettaglio come strumento per il
controllo espressivo e per la verifica della fattibilità tecnica
della soluzione prospettata.
Gli
edifici progettati ,sono caratterizzati da una identica matrice
costituita dall’accostamento
dell’acciaio,del
vetro e della muratura in laterizio. Proprio a partire dalla diversa
combinazione di elementi in acciaio,di murature in mattoni e di
superfici vetrate, gli edifici sono sviluppati secondo una serie di
variazioni che consentono da un lato di differenziare l’immagine
del singolo edificio salvaguardandone l’identità e la chiara
riconoscibilità all’interno del campus,mentre dall’altro di
dichiarare esplicitamente la loro appartenenza a un progetto unitario
che,tra gli obiettivi prioritari,aveva quello di costituire un segno
visibile di progresso urbano da contrapporre alla pessima qualità
degli insediamenti circostanti.
Dopo
aver brevemente introdotto il progetto....quale potrebbe essere il
Bang??
osservandolo
mi sembra che sia ancora forte l'influenza del De Stijl, quindi alla
sua base potrebbe esserci ancora un quadro di Mondrian a fare da
Bang?..
o
ancora, volendo forse rompere con gli schemi distributivi attuati
fino ad allora, la volontà fu quella di attuare una distribuzione
con dei pezzi completamente svincolati tra loro ma riconoscibili,
cioè riconducibili facilmente allo stesso progetto d'insieme per
forma e materiali. Libertà di distribuzione esterna generale, ma non
interna. Ovvero se prima utilizzava una libertà distributiva che
partiva da un nucleo, in questo caso è totalmente esplosa su tutto
lo spazio, ma sempre libera.
Perchè
ho scelto questo progetto...
Sono
stata catturata dal termine “tecnology” essendo questo il punto
cardine del mio programma progettuale all'interno dell' urban voids (
N.A.H.T New Accademy Hig Tecnology).
So che è stata
un'idea un po azzardata dato che è un progetto un po denigrato
riguardo l'intera etica di Mies. Tutto sommato mi è sembrato molto
interessante l'idea di avere un unico progetto svincolato in piu
singoli moduli, che nel mio caso potrebbero essere ripresi e
ricollocati al di sotto del viadotto, seguendo vari tipi di
distribuzione libera, proprio come fece Mies nelle due distinte fasi
progettuali prima e dopo il progetto in questione.
questo è un po insolito.....http://www.youtube.com/watch?v=x5Ujve7PuWk&hd=1
cosa accade oggi all'interno dell'istituto?...http://www.youtube.com/watch?v=AB08J9uoozw&hd=1
sabato 15 marzo 2014
giovedì 27 febbraio 2014
Oggetto del corso di Laboratorio di Progettazione III, svoltosi nello scorso anno accademico 2012/2013, è stata l'idealizzazione di un Parco e di una Funeral Home, con l'obiettivo di riqualificare il tessuto urbano della città di Concordia sulla Secchia.
Questo comune collocato nella regione Emilia Romagna, è in lenta ripresa dai danni portati dal tremendo terremoto avvenuto due anni fa, che ebbe come epicentro il comune di Mirandola, poco di stante da Concordia sulla Secchia.
Il territorio scenario dell'intero iter progettuale, svolto e suddiviso in tre fasi, offre inoltre importanti elementi ambientali,che altro non fanno che accrescere il potenziale del territorio.
Ad esempio, l'intero comune è attraversato dal fiume Secchia, da cui prende anche il nome, che ha rappresentato un importante elemento da valorizzare, sia con la creazione di piste pedonali e ciclabili che lo costeggiano e sia perchè rappresenta lo scenario di affaccio della Funeral Home ideata.
È dopo aver condotto uno studio sulle caratteristiche fisiche, socio ed economiche del territorio, che abbiamo dato il via alla fase progettuale.
Come detto precedentemente, l'iter progettuale è stato suddiviso in tre fasi:
1 – ANALISI URBANISTICA
L'analisi urbanistica condotta sul Comune di Concordia sulla Secchia, da noi effettuata, è stata guidata dal Prof. Sergio Zevi.
Questa fase è iniziata con una “valutazione dello stato di fatto del territorio”, apprendendo dove finisce l'artificialità e dove inizia la naturalità dell'ambiente. È per il primo che sono stati analizzati i tipi edilizi e la loro distribuzione.
Concordia presenta una configurazione distributiva ben definita, che si sviluppa per lo più a ridosso di elementi infrastrutturali viari principali, presenti in zona.
Sono spesso presenti lottizzazioni come villette con giardini privati, che costituiscono ambiti paesistici di pregio.
Sono assenti grandi spazi di risulta quali spazi abbandonati o di discarica, e infine risulta netto il confine tra area residenziale ed area industriale.
Dopo l'analisi dello stato di fatto si è passati alla “analisi del contesto urbano”, fornita dallo studio di tre distinti sistemi territoriali:
-L'analisi del sistema AMBIENTALE
-L'analisi del sistema MORFOLOGICO-FUNZIONALE
-L'analisi del sistema della MOBILITA' .
Tutti i sistemi sono stati analizzati singolarmente e rappresentati su planimetrie catastali.
1 – PROGETTAZIONE DEL PARCO
Il concept scelto e seguito per l'intero iter progettuale si basa sulla figura dell'ALBERO.
È stato questo il simbolo prescelto, dati i suoi profondi significati, per poter dare forma sia al parco che alla funeral home.
Il parco si presenta infatti come un enorme spazio, con alternanza di zone coperte e non e disposte su livelli diversi.
È proprio nel bel mezzo del parco che sorge una enorme copertura, inclinata, con lo scopo di ricordare il movimento irregolare di una corteccia, che ospita i quattro volumi, contenenti rispettivamente un bar, dei servizi igienici, un punto di noleggio bici e attrezzature e un info-point.
È quest'ultimo a rappresentare una parte fondamentale dell'intero progetto, perchè punto di raccolta e organizzazione dei fruitori del parco, ma anche dell'intera città.
Ultimo aspetto fondamentale è che nel progetto del parco idealizzato si è mantenuta la promessa di fornire finalmente un punto di incontro, quale una piazza, ad una città finora sprovvista.
3 – PROGETTAZIONE DELLA FUNERAL HOME
Il successivo step progettuale ha interessato l'ideazione della FUNERAL HOME, complessa struttura che, provenendo da paesi esteri quali l'America, inizia a prendere largo impiego anche in Italia.
Si tratta di una struttura destinata ad accogliere le salme e i dolenti, accompagnando e sostenendo le famiglie nell'intero iter di servizi, che va dal trattamento alla preparazione delle salme fino alla celebrazione del rito finale, religioso o meno che sia.
La struttura infatti contiene sia zone ad uso interno quali servizi per l'autopsia o tanatoestetica, camere mortuarie per la veglia del defunto con stanze di attesa per i dolenti e una cappella multi confessionale.
Sono inoltre presenti locali commerciali per le onoranze funebri e un locale per la ristorazione.
Il tutto collocato nel modo migliore per garantire il rispetto e la privacy dei dolenti che usufruiranno della struttura e dei suoi servizi.
Portando avanti il concept posto all'inizio, la Funeral home esternamente si presenta come una serie di radici che, partendo dal fiume si snodano e si sovrappongono dando vita a spazi particolari sia internamente che esternamente.
Il tutto incoronato con numerosi spazi verdi e con una suggestiva vista sul fiume Secchia.
Questo comune collocato nella regione Emilia Romagna, è in lenta ripresa dai danni portati dal tremendo terremoto avvenuto due anni fa, che ebbe come epicentro il comune di Mirandola, poco di stante da Concordia sulla Secchia.
Il territorio scenario dell'intero iter progettuale, svolto e suddiviso in tre fasi, offre inoltre importanti elementi ambientali,che altro non fanno che accrescere il potenziale del territorio.
Ad esempio, l'intero comune è attraversato dal fiume Secchia, da cui prende anche il nome, che ha rappresentato un importante elemento da valorizzare, sia con la creazione di piste pedonali e ciclabili che lo costeggiano e sia perchè rappresenta lo scenario di affaccio della Funeral Home ideata.
È dopo aver condotto uno studio sulle caratteristiche fisiche, socio ed economiche del territorio, che abbiamo dato il via alla fase progettuale.
Come detto precedentemente, l'iter progettuale è stato suddiviso in tre fasi:
1 – ANALISI URBANISTICA
L'analisi urbanistica condotta sul Comune di Concordia sulla Secchia, da noi effettuata, è stata guidata dal Prof. Sergio Zevi.
Questa fase è iniziata con una “valutazione dello stato di fatto del territorio”, apprendendo dove finisce l'artificialità e dove inizia la naturalità dell'ambiente. È per il primo che sono stati analizzati i tipi edilizi e la loro distribuzione.
Concordia presenta una configurazione distributiva ben definita, che si sviluppa per lo più a ridosso di elementi infrastrutturali viari principali, presenti in zona.
Sono spesso presenti lottizzazioni come villette con giardini privati, che costituiscono ambiti paesistici di pregio.
Sono assenti grandi spazi di risulta quali spazi abbandonati o di discarica, e infine risulta netto il confine tra area residenziale ed area industriale.
Dopo l'analisi dello stato di fatto si è passati alla “analisi del contesto urbano”, fornita dallo studio di tre distinti sistemi territoriali:
-L'analisi del sistema AMBIENTALE
-L'analisi del sistema MORFOLOGICO-FUNZIONALE
-L'analisi del sistema della MOBILITA' .
Tutti i sistemi sono stati analizzati singolarmente e rappresentati su planimetrie catastali.
1 – PROGETTAZIONE DEL PARCO
Il concept scelto e seguito per l'intero iter progettuale si basa sulla figura dell'ALBERO.
È stato questo il simbolo prescelto, dati i suoi profondi significati, per poter dare forma sia al parco che alla funeral home.
Il parco si presenta infatti come un enorme spazio, con alternanza di zone coperte e non e disposte su livelli diversi.
È proprio nel bel mezzo del parco che sorge una enorme copertura, inclinata, con lo scopo di ricordare il movimento irregolare di una corteccia, che ospita i quattro volumi, contenenti rispettivamente un bar, dei servizi igienici, un punto di noleggio bici e attrezzature e un info-point.
È quest'ultimo a rappresentare una parte fondamentale dell'intero progetto, perchè punto di raccolta e organizzazione dei fruitori del parco, ma anche dell'intera città.
Ultimo aspetto fondamentale è che nel progetto del parco idealizzato si è mantenuta la promessa di fornire finalmente un punto di incontro, quale una piazza, ad una città finora sprovvista.
3 – PROGETTAZIONE DELLA FUNERAL HOME
Il successivo step progettuale ha interessato l'ideazione della FUNERAL HOME, complessa struttura che, provenendo da paesi esteri quali l'America, inizia a prendere largo impiego anche in Italia.
Si tratta di una struttura destinata ad accogliere le salme e i dolenti, accompagnando e sostenendo le famiglie nell'intero iter di servizi, che va dal trattamento alla preparazione delle salme fino alla celebrazione del rito finale, religioso o meno che sia.
La struttura infatti contiene sia zone ad uso interno quali servizi per l'autopsia o tanatoestetica, camere mortuarie per la veglia del defunto con stanze di attesa per i dolenti e una cappella multi confessionale.
Sono inoltre presenti locali commerciali per le onoranze funebri e un locale per la ristorazione.
Il tutto collocato nel modo migliore per garantire il rispetto e la privacy dei dolenti che usufruiranno della struttura e dei suoi servizi.
Portando avanti il concept posto all'inizio, la Funeral home esternamente si presenta come una serie di radici che, partendo dal fiume si snodano e si sovrappongono dando vita a spazi particolari sia internamente che esternamente.
Il tutto incoronato con numerosi spazi verdi e con una suggestiva vista sul fiume Secchia.
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