domenica 6 aprile 2014
Creare la Scacchiera
Prima di
introdurre l'opera scelta, che sarà oggetto della creazione della
Scacchiera, sarà bene introdurre il contesto storico ed il panorama
architettonico, in cui Mies van der Rohe, padre dell'opera, si
inserisce...
Ottocento; secolo di grandi
sconvolgimenti in tutti gli aspetti della società: l'avvento della
“Rivoluzione industriale”.
Per la prima volta la forza lavoro
poteva essere prodotta artificialmente, ma questa strabiliante
scoperta portò con se anche una serie di conseguenze enormi.
Si verifico uno smisurato fenomeno di
migrazione dalle campagne alle città, da parte di cittadini
speranzosi di trovare un impiego all'interno delle industrie. Stessi
lavoratori che mano mano iniziarono a prendere coscienza dei propri
diritti e a lottare per questi. Dall'altra parte invece si trovavano
fenomeni ancor più esasperanti come lo sfruttamento minorile o la
“questione delle abitazioni” che versavano in condizioni a dir
poco subumane, a causa dell'inurbamento affrettato ed arrangiato.
Se ciò era quello che accadeva in
ambito sociale, nel campo delle costruzioni si respirava un aria
totalmente diversa.
Ci si trovava in un momento cardine, in
cui nacquero nuove figure professionali che con l'aiuto
dell'ingegneria avevano come solo obiettivo quello di creare nuovi
ponti, nuove fabbriche, nuovi edifici, insomma avevano la necessità
di legarsi e affiancare l'industria.
Fu infatti questa l'epoca delle grandi
prime costruzioni in acciaio, come la Torre Eiffel.
Ma questa frenetica concezione di
industrializzazione non si limitò a prendere piede solo in campi di
vasta scala, come appena visto, ma iniziò a dilagare anche
nell'ambito della produzione di oggetti, ovvero in quello che noi
oggi chiameremmo design.
Nacque infatti, proprio in questo
periodo, una nuova grammatica stilistica, denominata “Arts and
crafts”. Questo movimento che ebbe come massimo esponente William
Morris, prese piede in numerose nazioni, divenendo il “cavallo di
battaglia” per numerosi Architetti di fama mondiale, tra cui Antoni
Gaudì in Spagna, Ernesto Basile e Raimondo D'Aronco nella nostra
Italia, Otto Wagner e Joseph Hoffman in Austria, Auguste Perret e
Tony Garnier in Francia o Louis Sallivan e Frank Lloyd Wright in
America.
Questa nascita avvenne perchè
effettivamente in quel periodo l'unica variabile che possedeva la
figura dell'Architetto era proprio quella dello Stile.
E fu proprio la volontà di creare uno
stile proprio, ottocentesco, che diede vita a numerosi altri
movimenti, tra cui “Art Nouveau” in Francia, il “Liberty” in
Italia, la “Secessione” in Austria o il “Jungendstil” in
Germania.
Ma il vero e proprio volto di una nuova
Architettura, iniziò a delinearsi solo più avanti, nel Novecento,
con la nascita del “maestro bianco”... ovvero la “Bauhaus”.
Era il 1919 quando Walter Gropius
progettò una semplice scuola di arti e mestieri, la “casa del
costruire”, in cui confluirono i grandi talenti dell'epoca,
provenienti da tutta Europa.
Scopo della Bauhaus non fu solo
divenire il centro propulsore di una nuova estetica industriale, ma
di entrare nello specifico dello studio dei prodotti utilizzati per
la realizzazione degli edifici industriali. Si puntava infatti a
capire le regole di nuovi materiali, studiati in appositi Laboratori.
Le circostanze però cambiarono di
nuovo quando la suddetta Bauhaus si spostò da Weimar a Dessau e qui
di nuovo Gropius fu incaricato, nel 1925, di progettare quella che
sarebbe stata destinata a diventare il simbolo della nuova
Architettura.
Il Bauhaus si presentava come un grande
edificio bianco, con grandi vetrate e corpi di altezze differenti tra
loro. Ma la grande novità stava nel fatto che Gropius riuscì con
abilità ad infrangere tutti quelli che erano i canoni
architettonici, ottocenteschi, fino ad allora perseguiti:
- il progetto non partì da una forma stabilita a priori, ma bensì dalle necessità specifiche dei singoli ambienti;
- il nuovo edificio si presentava completamente indipendente dalla strada carrabile, che non delineava più i classici confini, ma anzi, ne diventava parte integrante in alcuni punti. Infatti la strada passava “sotto” il corpo uffici;
- la struttura era costituita da quelli che rappresentavano i “nuovi materiali” tra cui il calcestruzzo ed il metallo che inoltre permisero di sperimentare il sistema costruttivo discontinuo basato su punti;
- eliminazione della prospettiva e dei singoli punti di vista attraverso la trasparenza. In questo modo venne abolita anche la netta separazione che fino ad allora c'era tra esterno ed interno.
Siamo dunque giunti al Novecento,
anch'esso secolo di profonde trasformazioni.
I più grandi mutamenti furono
sicuramente quelli portati di movimenti artistici innovativi:
Neoplasticismo, Espressionismo e Costruttivismo.
Tutti e tre questi movimenti trovarono
il loro momento di massima espressione nei primi anni venti del
Novecento, insieme ad altri quali l'Impressionismo, il Simbolismo il
Cubismo ecc...che però si concentravano per lo più sulla pittura,
la letteratura e tutte le altre arti.
La nascita del Neoplasticismo coincide
con la nascita della rivista “De Stijl” (1917-1928).
Tra i tre fu sicuramente il movimento
più compatto, capitanato da Theo van Doesburg e Piet Mondrian.
L'obiettivo era quello di “rompere” la scatola volumetrica (
proprio come aveva già tentato di fare Wright nella sua “Prairie
Hause”).
Si puntava quindi alla progettazione di
un involucro non più chiuso ma creato da un insieme di piani
ortogonali. Fondamentale era l'uso dell'angolo retto e dei colori
vivi (rosso, giallo, blu, nero e bianco) stessi elementi presenti nei
quadri di Mondrian.
Fu in questi spazi che trovarono una
nuova collocazione pannelli su pareti e soffitti, pavimenti lucidi e
nuovi elementi di arredo e illuminazione: Architettura, pittura,
scultura, arredo, decorazione e grafica si fondono. Simboli di questa
corrente furono: l'intervento di ampliamento della Casa Schroder,
condotto da Rietveld e la creazione della facciata del Cafè De Unie
da parte di Oud.
Il Neoplasticismo, nato in Olanda, non
potè che scontrarsi con l'Espressionismo, nato contemporaneamente in
Germania.
Quest'ultimo partiva però con dei
presupposti completamente diversi, perchè diverse erano le
condizioni sociali in cui si trovava la nazione. Qui era forte il
desiderio di raccordo con la società, seguendo quelle che erano le
idee socialiste e comuniste.
In quest'epoca Architetti come Bruno e
Max Taut, critici e letterati si unirono in una solidale catena,
manifestando il bisogno di un riscatto sociale e politico, attraverso
architetture che apparivano dilaniate. Si studiarono nuove forme
geometriche, derivate dai minerali e dai cristalli o al contrario
nuove forme avvolgenti e sinuose.
Numerosi furono gli Architetti che
parteciparono attivamente a questo movimento, tra cui Hugo Haring o
Hans Scharoun. Ma tra tutti, colui che progetto l'Architettura
simbolo dell'Espressionismo fu Erich Mendelsohn : Torre Einstein.
Magmatica e fortissima opera creata nel
1924 a Potsdam, in onore del grande fisico di origine ebree proprio
come l'Architetto. Un edificio che si impenna in una sua parte, per
catturare i raggi luminosi, mentre si sdraia dall'altra parte che
ospita le macchine spettrografiche per l'analisi della luce.
Infine troviamo il Costruttivismo, che
sembra essere il risultato dei due precedenti movimenti.
Per prima cosa quest'ultimo nacque in
Russia, contemporaneamente ad un volume del 1922 di Alexei Gan. Se da
una parte, il Costruttivismo sostiene le regole del Neoplasticismo e
la sua volontà di creare una propria sintassi, dall'altra attua uno
spirito rivoluzionario, pari a quello Espressionista.
Gli Architetti costruttivisti cercarono
di trovare i “perchè” e i “come” della loro epoca.
La Russia di quei tempi necessitava di
un nuovo linguaggio, che naturalmente non poteva che essere
macchinista, proprio come macchinista, industriale ed operaio era il
suo cittadino. Il pensiero che sostenevano i costruttivisti etra
quello della disaggregazione. Il loro processo progettuale era
distinto in due fasi.
La prima consisteva in una fase
analitica, in cui venivano studiate le nuove caratteristiche formali
dell'Architettura, come la trasparenza, la superficie e le insegne.
La seconda fase invece consisteva in un processo di assemblaggio,
guidato da diverse tecniche: penetrazione, abbraccio, accoppiamento,
cumulo, montaggio, aggregazione. I risultati furono sempre
Architetture stridenti, violente e rumorose, che tendevano
effettivamente a sembrare grandi macchine perfino semoventi, come nel
caso di Torre Tatlin, di Vladimir Tatlin, realizzata per la Terza
Internazionale. Questa era una spiraliforme torre d'acciaio che
conteneva dei corpi vetrati semoventi.
In questi anni di intensa innovazione e
cambiamento si esisteva solo se si era in grado di aderire con forza
ad un sistema ideologicamente definito, divenendone portavoce...
proprio come fece Mies van der Rohe.
Più che agli aspetti plastici , lui
era interessato alla trasparenza e alle forme cristalliformi.
Fu proprio seguendo queste linee guida
che progetto vari grattacieli tra cui il primo, di vetro e pianta
poligonale,1919 destinato ad un lotto triangolare di Berlino; e un
secondo grattacielo di vetro a superfici convesse, 1921.
Progetti molto importanti che
rappresentano la volontà, presente nell'Architetto, di sondare nuove
proposte costruttive, come l'arretramento della struttura portante
dal filo esterno.
Ma non solo, infatti in quello che fu
il suo progetto cardine, ovvero la Villa in mattoni del 1923, rivelò
l'interesse per lo spazio totale.
Dimostrò così un nuovo e forte
interesse per l'orizontalità e l'estendersi verso l'infinito
dell'Architettura. Fu proprio lavorando su questi due aspetti che
riusci a compiere un passo avanti:
affiancando lo stile pittorico di
Mondrian alla grammatica scompositiva neoplastica, creò Casa
Rietveld. Il simbolo dello spazio totale.
È in quest'opera che Mies riesce con
successo a mescolare le tre concezioni fondamentali di tre
Architetti, anch'essi luminari:
- Walter Gropius, trasparenti e astratti i volumi, raramente scatolari si espandono attraverso un movimento meccanico;
- Le Corbusier, i volumi puri sotto la luce vengono adagiati come su un vassoio, ovvero uno spazio continuo e indefinito. Lo spazio è il fluido magico, un polmone di aria, di luce e di verde.
- Mendelshon, lo spazio è cosmico,pieno di eventi e curvato dall'Architettura.
Il risultato? Una dualità forte tra
Architettura e ambiente, tra esterno ed interno, tra edificio e
città.
Mies parte da un idea di spazio totale,
analogamente scoperto o coperto, con la presenza di setti che
articolano porzioni sempre connesse. Non ha importanza cosa è fuori
e cosa è dentro, se lo spazio è totale allora lo sarà anche il
progettare. Non cambia il “come” ma il “cosa”, ovvero i
materiali utilizzati: da quelli duraturi e solidi della costruzione a
quelli più leggeri e trasparenti. Simbolo di questa teoria di
totalità è certamente il Padiglione tedesco a Barcellona, 1929.
Mies nel 1933 fù obbligato a chiudere
il Bauhaus di cui era divenuto direttore, per poi lasciare la
Germania e diventare il progettista dell' ILLINOIS INSTITUTE OF
TECHNOLOGY di Chicago.
...Ed è proprio
questo il progetto scelto per la creazione della mia Scacchiera.
Fu in questo progetto che si notò un
leggero arretramento rispetto a quella che fu tutta la sua retorica.
Infatti si limitò ( forse a causa degli scarsi fondi o dalla
rigidità del clima dell'Illinois) a creare una rete con un modulo
costruttivo da 7,20m, in cui inserire una serie di scatole
volumetriche. Queste scatole appaiono quasi mute, senza sistemi di
connessione, ma con interessanti dettagli quali gli elementi
metallici, le superfici vetrate e dei pannelli ora vetrati ed ora in
mattoni. L’attenzione riservata fin dalla prima fase di
progettazione da Mies van der Rohe per i particolari costruttivi
degli edifici del campus universitario dell’Illinois Institute of
Technology configura lo studio del dettaglio come strumento per il
controllo espressivo e per la verifica della fattibilità tecnica
della soluzione prospettata.
Gli
edifici progettati ,sono caratterizzati da una identica matrice
costituita dall’accostamento
dell’acciaio,del
vetro e della muratura in laterizio. Proprio a partire dalla diversa
combinazione di elementi in acciaio,di murature in mattoni e di
superfici vetrate, gli edifici sono sviluppati secondo una serie di
variazioni che consentono da un lato di differenziare l’immagine
del singolo edificio salvaguardandone l’identità e la chiara
riconoscibilità all’interno del campus,mentre dall’altro di
dichiarare esplicitamente la loro appartenenza a un progetto unitario
che,tra gli obiettivi prioritari,aveva quello di costituire un segno
visibile di progresso urbano da contrapporre alla pessima qualità
degli insediamenti circostanti.
Dopo
aver brevemente introdotto il progetto....quale potrebbe essere il
Bang??
osservandolo
mi sembra che sia ancora forte l'influenza del De Stijl, quindi alla
sua base potrebbe esserci ancora un quadro di Mondrian a fare da
Bang?..
o
ancora, volendo forse rompere con gli schemi distributivi attuati
fino ad allora, la volontà fu quella di attuare una distribuzione
con dei pezzi completamente svincolati tra loro ma riconoscibili,
cioè riconducibili facilmente allo stesso progetto d'insieme per
forma e materiali. Libertà di distribuzione esterna generale, ma non
interna. Ovvero se prima utilizzava una libertà distributiva che
partiva da un nucleo, in questo caso è totalmente esplosa su tutto
lo spazio, ma sempre libera.
Perchè
ho scelto questo progetto...
Sono
stata catturata dal termine “tecnology” essendo questo il punto
cardine del mio programma progettuale all'interno dell' urban voids (
N.A.H.T New Accademy Hig Tecnology).
So che è stata
un'idea un po azzardata dato che è un progetto un po denigrato
riguardo l'intera etica di Mies. Tutto sommato mi è sembrato molto
interessante l'idea di avere un unico progetto svincolato in piu
singoli moduli, che nel mio caso potrebbero essere ripresi e
ricollocati al di sotto del viadotto, seguendo vari tipi di
distribuzione libera, proprio come fece Mies nelle due distinte fasi
progettuali prima e dopo il progetto in questione.
questo è un po insolito.....http://www.youtube.com/watch?v=x5Ujve7PuWk&hd=1
cosa accade oggi all'interno dell'istituto?...http://www.youtube.com/watch?v=AB08J9uoozw&hd=1
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